Progetto Nuova Vita partecipa al Safer Internet Day

Come ogni anno abbiamo partecipato volentieri al Safer Internet Day, giornata che promuove in tutto il mondo un uso più consapevole della Rete e il contrasto del bullismo in tutte le sue forme, incluso quello online e sui social network.
Il Lions Club di Olgiate Olona ci ha coinvolto nell’iniziativa “INTERconNETtiamoci ma con la testa” e la ha proposta volentieri quest’anno alle scuole secondarie di primo grado di Olgiate Olona “Dante Alighieri”, il comune dove abbiamo la nostra sede e un’aula corsi.

Internet è una fonte unica e ricchissima di informazioni, ma il pericolo di cliccare su link sbagliati, di iniziare a chattare con malintenzionati, di diffondere con una platea vastissima dettagli privati o di incappare in truffe e dare i propri soldi a chicchessia è veramente dietro l’angolo. Ci cascano gli adulti, figurate quanti si stanno timidamente approcciando da pochi anni!

«Se sembra troppo bello per essere vero – ha ammonito Luca Colombo, presidente dei Progetto Nuova Vita – allora è realmente troppo bello per essere vero».

Di fronte ai ragazzi, attenti e curiosi nei confronti dell’argomento, il volontario Fabio Massa, che ripercorrendo la storia di diffusione del web e le sue molteplici trasformazioni, dai mega-computer a uso militare agli smartwatch (e oltre…), ha indirizzato i ragazzi verso un uso consapevole dello strumento, condividendo anche svariati consigli e trucchi per navigare in tutta sicurezza.

Ecco a voi il computer meno potente al mondo: ne avevamo veramente bisogno?

Si presenta come una breadboard stile Arduino, qualche transistor, resistenza e LED in confezione. Si chiama Naoto64, board messa in commercio Switch Science in Giappone poco prima di Natale1 ad un prezzo decisamente conveniente di 2500 yen (più o meno 15 euro) ed è andato praticamente esaurita qualche ora dopo.
Sembrerebbe un prodotto veramente vantaggioso e conveniente, però poi a leggere le caratteristiche tecniche ecco arrivare la doccia fredda: il processore è di appena 1 bit, funziona a una frequenza di 1 Hz e garantisce uno spazio di indirizzamento di 2 bit e una capacità rom da 4 bit2. In pratica, una potenza veramente risibile appena sufficiente per trasmettere dei comandi per accendere un LED, spegnerlo o farlo lampeggiare.

Decisamente non al livello di Arduino. Ma nemmeno di altri prodotti ben poco tecnologici che con un po’ di smanettamenti sono in grado di superare i propri limiti: avete mai visto Doom girare su calcolatrici o test di gravidanza?3

Se siete interessati, ecco a voi il sito ufficiale

E allora perché i giapponesi si sono precipitati all’acquisto, esaurendo i kit in pochissimo tempo? Le ragioni principali sono due, entrambe alquanto irrazionali, ma che possono dirci molto del nostro rapporto odierno con la tecnologia e i suoi manufatti, non più meramente funzionale, a tratti quasi idolatrico.
Il design è minimalista e geek al punto giusto, tocca le corde giuste alla ricerca di una piacevole armonia nel posizionare i componenti. E poi c’è la dimensione dell’assemblaggio fai-da-te, dove seguendo un manuale incluso e facendo riferimento alle piste presenti sul chip, si applicano e collegano tra loro i vari componenti, ricercando una certa piacevole sensazione (soprattutto per gli adulti) a metà strada tra l’assemblaggio dei mattoncini Lego e il comprendere cosa si cela dietro ai computer e smartphone con cui interagiamo tutti i giorni.

Naoto64 nel frattempo è tornato disponibile e potete procurarvene uno (a patto di importarlo dal Giappone)1, ma noi di Progetto Nuova Vita vogliamo riflettere anche su questo episodio, su quanto anche nell’acquisto di prodotti tecnologici spesso seguiamo l’impulso, la moda, lo status, anziché soppesare attentamente l’utilità, la funzionalità, la reale necessità. Praticamente ogni computer e dispositivo elettronico accatastato nel nostro magazzino ha una potenza 10 e più volte superiore a Naoto64, consente non solo di controllare l’accensione di un LED ma di effettuare centinaia di operazioni, utili per il nostro studio, lavoro o per il nostro svago.

Ma soprattutto a voi basta venire a trovarci nel nostro laboratorio di Cairate il sabato mattina e saremo ben lieti di donarvi gratuitamente un computer pronto all’uso e in linea con i vostri bisogni e desideri. Perseguendo lo statuto della nostra associazione, molto più che le mode del momento o il nostro tornaconto…


  1. https://www.switch-science.com/products/9376
  2. https://www.wired.it/article/computer-meno-potente-al-mondo-1-bit/
  3. Doom gira su calcolatrice TI-83, test di gravidanza e molto altro come documentato dal sito “It runs Doom

Progetto Nuova Vita alla Fiera dell’Elettronica 2024

Essere presenti a fiere di informatica, computer e tecnologia è per Progetto Nuova Vita soltanto un modo per farsi conoscere dalla comunità di appassionati, che possono poi tramite passaparola aiutarci portando computer da rigenerare, indicare a chi ne cerca uno la nostra realtà e anche diventare volontario dando una mano in laboratorio il Sabato mattina.

Sabato 3 e Domenica 4 Febbraio 2024 abbiamo dunque portato il nostro banchetto a Malpensa Fiere a Busto Arsizio in qualità di espositori alla Fiera dell’Elettronica, manifestazione che accoglie gli appassionati di applicazioni tecnologiche, informatica ed elettronica alla ricerca di novità, componenti utili e offerte.
Visto il bacino di visitatori per noi è un’occasione ghiotta per questo non ci siamo affatto presentati a mani vuote. In linea con la missione di diffondere il software libero e invitare chiunque ad utilizzare in maniera creativa ed originale i computer presenti in casa, anche quelli inutilizzati da tempo perché non più tecnologicamente prestanti.

Ad esempio, voi appassionati di videogiochi d’annata, potete caricare i vostri preferiti degli anni’80 e ’90 (e pure di inizio nuovo millennio) su computer di qualche anno fa grazie a Batocera1, una piattaforma ormai matura capace di supportare centinaia di emulatori, setting grafici e anche di calibrare le prestazioni in base alla risposta della macchina su cui gira. Venite a trovarci a Cairate se siete interessati ad averne uno anche voi!

O ancora è stato veramente wow vedere 6 computer capaci di sincronizzarsi tra di loro e mostrare ciascuno una porzione di 6 di un video unico, ciascuno sul proprio schermo dedicato. Una qualità che di solito è appannaggio solamente delle televisioni professionali che vedete nei costosissimi stand delle più importanti fiere di settore, e invece con un po’ di impegno e discreto tempo dietro a sincronizzare la riproduzione di un video si può portare alla realizzazione questo progetto con praticamente ogni hardware a disposizione.

Abbiamo dedicato anche uno spazio ad Arduino, dove un braccio meccanico prelevava oggetti e le spostava in un’altra posizione. Un’applicazione prevalentemente ludica, ma che permette di sperimentare sia con il codice sia con la versatilità di Arduino. Un’anticipazione di ciò che si tratterà durante il corso che stiamo progettando e partirà quest’anno: contattateci2 per mostrare il vostro interesse e sarete i primi a sapere quando saremo pronti a cominciare!


  1. Tutte le risorse sul sito ufficiale, incluso il trailer che presenta l’ultima release
  2. Numero di telefono: 348 3137411 | Email: info@progettonuovavita.it

PNV per il Madagascar

Graditi ospiti in laboratorio!
nelle scorse settimane siamo stati contattati da Alessandro che collabora con l’associazione Unico Sole Onlus che contribuisce allo sviluppo del sud del mondo, in particolare del Madagascar attraverso il sostegno alla scolarizzazione, la formazione e l’avviamento al lavoro di ragazzi.
Ci ha chiesto del materiale da inviare in Madagascar per aiutare i ragazzi seguiti dall’Associazione.


In questi giorni i nostri Volontari hanno preparato alcuni pc portatili e diversi telefoni cellulari da mandare in Africa. Sono stati installati una distribuzione Linux facile da utilizzare e i principali software per studiare e lavorare.
Sabato abbiamo consegnato il materiale a Padre Giangi, presidente dell’Associazione e missionario in Madagascar dal 1983, che ci è venuto a trovare per conoscerci e vedere cosa facciamo.
É venuto accompagnato dalla simpatica Anja che, originaria dell’Africa, sta studiano informatica e, giovanissima, gestisce diverse attività nella comunità di Ihosy.


Per ringraziare i nostri volontari ci hanno portato dei gadget dell’associazione e qualche pareo tipico del loro paese

Le abbiamo mostrato il nostro protocollo tecnico, i controlli che facciamo per rigenerare i computer e le abbiamo dato qualche suggerimento da portare in Africa insieme al materiale.

Altri volontari partiranno per il Madagascar a Gennaio. chiunque volesse inviare del materiale informatico in Madagascar può portarlo in laboratorio a Cairate e ci impegniamo a ripristinarlo e a farlo arrivare a Padre Giangi.

UnicoSole – ONLUS
Via Roccolo 39 – 24068 – Seriate (BG)
C.F. 95160790168
Banca IBAN IT80N0306953516100000005461
info@unicosole.it
pagina facebook

Come resistere alla tentazione del Black Friday?

Oggi è il Black Friday, il giorno consumistico per eccellenza. Gli sconti piovono a destra e a manca, coinvolgendo sia il salumiere sotto casa sia l’ecommerce dalla rilevanza globale. E’ facile immaginarsi un affanno ad acquistare, a spulciare la lista delle offerte, a comparare gli sconti alla ricerca del più conveniente.

Proprio come quando tutti parlano del Festival di Sanremo o dell’ultima serie tv di grido, sembra così difficile – direi impossibile – sottrarsi e non far frusciare la carta di credito.

Eppure fermandosi a riflettere un attimo, focalizzando l’attenzione su computer e dispositivi tecnologici, forse forse si può fare a meno del consumismo e dell’isteria collettiva generata dal Black Friday.

Come? Continuate a leggere e lo scoprirete…

black friday sale banner in turquoise color

Cosa è il Black Friday?

Arriva ovviamente dalla patria del consumismo per eccellenza, gli Stati Uniti, dove nel 1924 i grandi magazzini Macy’s scelgono il Venerdì successivo al giorno del Ringraziamento per inaugurare ufficialmente la corsa ai regali di Natale. A un mese dalla festa che sancisce uno scambio di doni tra parenti e amici, si voleva incentivare la visita dei punti vendita andando a solleticare lo spirito di risparmio, facendo leva anche sull’urgenza, dell’oggi o mai più.

Negli anni ’60 il fenomeno ha assunto dimensioni nazionali, ma è nei goderecci anni ’80 che si è raggiunto l’apice ed il fenomeno ha iniziato a valicare gli Stati Uniti per diffondersi oramai praticamente in tutto il mondo.

Anche qui in Europa, dove siamo all’oscuro del Ringraziamento, oramai attendiamo sempre più il Black Friday come tappa ormai importantissima di avvicinamento al Natale. Lo confermano i dati di vendita che segnalano nel 2022 durante la settimana del Black Friday (un giorno solo a quanto pare non è sufficiente) un aumento delle vendite del 200% rispetto solo all’anno precedente.

Cosa si compra durante il Black Friday?

Ogni anno sempre di più il Black Friday è l’occasione per gli Italiani di portarsi a casa qualche gingillo tecnologico, mentre al secondo posto si trovano trucchi, vestiti e prodotti di bellezza.

Difficile effettivamente resistere a mettere sotto l’albero di Natale uno smartphone nuovo di pacca, la console e il videogioco fresco fresco di pubblicazione, un dispositivo domotico o un computer più performante poiché quello attuale ormai è troppo lento.

Ma noi di Progetto Nuova Vita abbiamo qualche dubbio in merito. Spesso i computer diventano lenti non solo perché hanno diversi anni sulle proprie spalle, ma anche perché è nostra credenza che si possa continuare ad installare software, scaricare file e archiviare documenti all’infinito senza ridurre le prestazioni. E che soprattutto l’evoluzione del software sia sempre possibile da conciliare con hardware e componenti più vecchi di 5 anni.

Allora noi riteniamo una via più semplice quella di cestinare il computer attuale e sostituirlo in toto con un nuovo dispositivo. La maggior parte delle volte però non è così: prima di procedere alla sostituzione si può tentare di eliminare alcuni file, aggiornare i software installati, cambiare alcuni componenti hardware (su tutti l’hard disk dove vengono salvati file e informazioni) e anche installare un sistema operativo più leggero e più utile al nostro tipo di utilizzo, ovviamente Open Source e Linux.

Allora che fare? Beh, vi invitiamo a farci visita il Sabato mattina, portare il vostro computer attuale per un check up gratuito e poi possiamo valutare 2 strade: o una rigenerazione dal costo minimo e dall’impatto ambientale praticamente nullo, oppure se proprio proprio si vuole cambiare computer, metterlo a disposizione di chi magari ad oggi un computer non ce l’ha ma ne ha decisamente bisogno per studiare, lavorare, giocare, imparare, esplorare, creare…

P.S. Ma perché si chiama Black Friday? Citando questo articolo: “le ipotesi sul significato di Black Friday sono diverse (c’è chi lo associa al traffico e ai disagi creati dalle centinaia di migliaia di persone in coda per assicurarsi i prodotti scontati, e chi lo attribuisce al venerdì nero delle aziende, i cui dipendenti si davano malati per poter approfittare degli sconti), ma la più attendibile ha a che fare con i registratori di cassa e i libri contabili dei negozi, che da quel giorno dell’anno cominciavano a registrare costantemente il segno + e così a “colorarsi” di nero (colore con il quale venivano segnati i guadagni, al contrario del rosso che identificava le perdite).

Rendicontazione 5×1000 anno 2022

In ottemperanza alle linee guida del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si pubblica il rendiconto relativi al contributo del cinque per mille

Relazione <scarica>

Modello rendiconto <scarica>

Giustificativi di spesa <scarica>

Addio codici a barre, lunga vita ai QR Code

I cari e vecchi codici a barre che da sempre troviamo stampati sulle confezioni di tutti i prodotti che acquistiamo, dal cartone del latte al computer super-equipaggiato, stanno per andare in pensione. Teorizzati alla fine degli anni ’40, sono divenuti consuetudine negli anni ’70 grazie alla tecnologia di lettura laser e lo sviluppo dei circuiti integrati che permise di diffondere questa tecnologia ed aggregare a quelle barrette nere verticali un gran numero di informazioni, quali prezzo, nome del produttore e identificativo del prodotto, garantendo quindi una tracciabilità mai vista.

Ma allo stato attuale anche questa tecnologia è ormai destinata a salutarci, pronta per essere sostituita da qualcosa di altrettanto familiare ma che ancora non comprendiamo appieno in tutte le sfaccettature.

Stiamo parlando dei QR Code, quadrati bianchi e neri che all’occhio umano sembrano un po’ tutti simili, ma se inquadrati dalle fotocamere dei nostri smartphone rivelano una quantità di informazioni di gran lunga superiore ai codici a barre, ovvero 7089 caratteri (sia lettere che numeri) contro le appena 20 cifre dei codici a barre1.

Anche qui un po’ di storia. I QR Code sono stati inventati nel 1994 da un ingegnere giapponese in forza alla Toyota, si dice osservando la scacchiera del gioco del Go durante una pausa pranzo, per contrassegnare i pezzi prodotti delle auto della compagnia nipponica. Ma per vederli con una certa diffusione si è dovuto attendere l’avvento degli smartphone e in Europa la pandemia da Covid 19 ed i conseguenti Green Pass, NHS COVID-19 nel Regno Unito e menù digitali nei ristoranti (per evitare di maneggiare menù cartacei con conseguente rischio contagio). 

Già perchè il Vecchio Continente è assolutamente il fanalino di coda mondiale nell’adozione di questi codici, laddove invece in Cina, India e Africa sono praticamente diffusissimi per ogni tipo di operazione, inclusi soprattutto i pagamenti2.
Nella Repubblica Popolare, che vale il 78% del mercato mondiale dei pagamenti via QR code, ad esempio dal 2013 è attivo il pagamento tramite QR tramite WeChat, basta inquadrare il codice di un ristorante, selezionare il metodo di pagamento, introdurre l’importo e voilà la cifra sarà debitamente trasferita da un conto bancario ad un altro. In Europa, ad eccezione della Danimarca, si prediligono i pagamenti contactless tramite carta (o smartphone), comunque snelli e veloci, ma ugualmente simili al tradizionale modo di pagare, avvicinandosi al bancone, porgendo la merce ad un commesso, confermando il totale e poi pagare.

Nonostante questo i tempi sembrano ormai maturi per vedere dalle nostre parti sempre più QR Code, soprattutto nei negozi della grande distribuzione. Già ad oggi l’80% degli scanner presenti nei negozi italiani è in grado di leggerli, mentre pare che a partire dal 2027 sulle confezioni dei prodotti cominceranno a comparire entrambi (codice a barre a 20 cifre e Qr code), per poi piano piano lasciare lo spazio solo al formato più ricco in termini di dati.

L’adozione sarà su base volontaria ma è comunque chiara la direzione che intraprenderà il mercato: “Il QR code può contenere anche la data di scadenza, lo stabilimento e il lotto di produzione”, ha dichiarato Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy a Il Sole 24 ore. “La catena della Gdo può offrire in promozione i prodotti sotto scadenza senza l’intervento degli addetti, riducendo così anche gli sprechi“. I 7000 e passa caratteri possono fornire informazioni diverse in base a colui che lo scansiona: logistiche agli addetti della grande distribuzione, ma anche nutrizionali, di tracciamento della filiera produttiva e chi più ne ha più ne metta. Nulla vieta alle aziende di essere creative, personalizzare i codici sia nella forma grafica sia nel contenuto, dando vita a campagne di marketing innovative.

Manca ancora qualche anno ma nel frattempo teniamoci pronti. La digitalizzazione massiccia permette di realizzare cose che fino a 10 anni fa erano impensabili, come appunto mandare in pensione un sistema affidabile ma ugualmente limitato nelle informazioni condivisibili quali i codici a barre, in virtù di qualcosa di ancora embrionale ma dalle grandi prospettive. Ogni QR code potenzialmente può essere diverso dal precedente, anche solo di un bit, per cui lo si può connettere ad un sistema a blockchain e tracciare l’intera vita di un prodotto, dalla produzione fino al suo smaltimento. E gran parte di queste informazioni potranno anche essere lette dagli smartphone che abbiamo in tasca, ampliando lo spettro di informazioni a cui i consumatori possono attingere, in un’ottica di democratizzazione dei consumi e trasparenza delle informazioni, per un’innovazione senza precedenti che nel giro di 5 anni potrebbe essere realtà quotidiana.

1 A questa pagina trovate altri benefici più “tecnici” dei QR Code
2 Juniper Research

Microsoft pubblica una guida ufficiale per installare Linux su Windows

La notizia è piuttosto curiosa: un’alleanza tra Microsoft e Linux non è cosa che accade tutti i giorni. Eppure il fatto che sia apparsa sul sito a dominio learn.microsoft.com una guida ufficiale per installare il sistema operativo Linux su ambiente Windows. Il vantaggio sarebbe di non dover scegliere quale OS avere sul proprio computer, se quello Microsoft o quello open source, e poter passare da uno all’altro a piacimento così da sfruttare il meglio di entrambi. La compatibilità (soprattutto in ambito professionale) di Microsoft con la personalizzazione di Linux.

Dietro questa scelta alquanto peculiare potrebbe esserci la spinta del regolatore che potrebbe a breve chiedere all’azienda di Redmond di collaborare con gli altri OS per mitigare il suo monopolio (recenti statistiche indicano come l’80% dei computer montino Windows, seguito da Apple OS X con il 20%, mentre appena il 3% Linux). Un bell’esempio di proattività e disponibilità alla collaborazione, per quanto alcune malelingue abbiano puntato il dito contro il fatto che solamente Windows 11 avrebbe la piena disponibilità ad accogliere Linux, tagliando di fatto di fuori il ben più diffuso Windows 10.

Aldilà dei dietro le quinte, la guida (in lingua inglese) è ben fatta e utile a coloro che vogliono sperimentare dal momento che propone 4 alternative, dalla semplice partizione alla virtual machine sul cloud:

Insomma, se volete cimentarvi e integrare Linux all’interno di Windows (rigorosamente) 11, sapete ora da dove cominciare…

Sagra d’Autunno 2023

Domenica 15 ottobre abbiamo partecipato alla sagra d’Autunno organizzata dalla ProLoco di Olgiate Olona.
Tanti passanti si sono avvicinati per conoscere le nostre attività.

team’s ready…
i nostri volontari alle prese con le postazioni da “retrogame”
la locandina dell’evento

Greenwashing e la nuova normativa UE

Contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta è un problema che coinvolge tutti noi cittadini, così come i governi mondiali e anche gli enti sovranazionali. In una posizione delicatissima si trovano le grandi multinazionali, chiamate (pena una diminuzione della loro reputazione) a conciliare trasparenza e impegno con i loro obiettivi di business.


Lego ha recentemente ammesso di non essere ancora in grado di sostituire totalmente la plastica vergine utilizzata nei suoi mattoncini con plastica riciclata (non solo le performance non sono adeguate, ma l’intera filiera produttiva richiede un dispendio maggiore di CO2).

Apple in un video condiviso durante la conferenza di presentazione di iPhone 15 si fa bella con le iniziative a impatto zero per la produzione dei suoi device, il loro trasporta e di riforestazione, salvo poi notare che l’Apple Park di Cupertino ha un parcheggio per auto multipiano grande quasi quanto gli uffici stessi e non ci sono incentivi per i dipendenti a recarsi al lavoro con metodi di trasporto alternativi e sostenibili.


Insomma, un gran mal di testa. E queste sono aziende che operano su scala globale, sempre sotto la lente d’ingrandimento ed hanno senz’altro accesso alle migliori risorse, sia tecniche sia di marketing. Perché il rischio è che aziende un po’ più piccole cerchino semplicemente di saltare sul carro della green-economy e sfruttare il desiderio dei consumatori di modificare i loro stili di vita pur di aiutare un pianeta sempre più sofferente. Ed ecco dichiarazioni vaghe e ambigue, “riciclabile” e “riciclato” usati come sinonimi, etichette ambigue con dati tecnici di difficile lettura e lo spauracchio più temuto di tutti, la cosiddetta obsolescenza programmata.

Renovation. Brush with green paint


La buona notizia, però, è che l’Unione Europea sta per correre ai ripari ed è allo stadio finale una direttiva che punta a limitare questo fenomeno, obbligando le aziende ad essere molto più trasparenti e a non avvantaggiarsi delle zone grigie normative per acquisire un vantaggio competitivo.
Nello specifico ecco le linee guide che emergono della direttiva che nel giro (si spera) di alcuni mesi ritroveremo anche nei prodotti in vendita in Italia:

  • Saranno bandite nel linguaggio marketing parole come “climaticamente neutro”, “naturale”, “eco o ecologico”, “biodegradabile”, e simili, a meno che le aziende non riescano a provarle con risultati oggettivi inequivocabili (ad esempio test clinici o di laboratorio);
  • A contrasto dell’obsolescenza programmata sarà necessario rendere conto circa la resistenza e la durabilità di alcune caratteristiche di prodotto, notificando in maniera chiara quale sia il limite e quando il prodotto in uso potrebbe rompersi;
  • E’ richiesta una chiarezza aggiuntiva quando si celebrano i successi legati alla compensazione di CO2, dove ogni emissione nell’atmosfera durante l’intero processo produttivo e di trasporto è compensata con iniziative volte a minimizzarle nel bilancio complessivo (esempio tipico è la riforestazione). L’obiettivo è la tanto agognata “Carbon Neutrality“, ovvero che le emissioni di CO2 siano eguagliate da pari iniziative a contrasto, un traguardo effettivamente ambizioso e che praticamente nessuno ha ancora raggiunto: eppure fino ad oggi si poteva parlare di una filiera o di un prodotto “carbon neutral” presentando dei dati a supporto che nessun ente terzo aveva vagliato e confermato. La direttiva europea ambisce proprio a incrementare la trasparenza delle analisi ed introdurre dei paletti nel calcolo delle emissioni di carbonio che tutte le aziende devono seguire, certificare e dimostrare nelle loro campagne pubblicitarie;
  • Saranno anche bandite tutte quelle etichette verdi che non provengono da certificazioni approvate o da schemi di sostenibilità stabiliti dalle autorità pubbliche;
  • Un occhio di riguardo anche verso quelle pressioni verso i consumatori atti ad instillare in loro un senso di urgenza a sostegno di ulteriori atti d’acquisito, ad esempio sostituire le cartucce di una stampante prima dell’effettivo esaurimento d’inchiostro;
  • E infine un’iniziativa anche a salvaguardia del software, mettendo dei chiari ostacoli a quegli sviluppatori che introducevano aggiornamenti aventi lo scopo non di migliorare delle funzionalità, ma bloccarne alcune con l’obiettivo di limitare le potenzialità del software attuale tutto a vantaggio della versioni successiva, a cui l’utente ha accesso previo acquisto della licenza.

Insomma un attacco su più fronti a pratiche scorrette e poco trasparenti, che hanno finora impedito una piena fruizioni di prodotti acquistati o proposto alcune aziende come paladine dell’ambiente quando invece non lo sono affatto dati alla mano.
L’auspicio è che una volta che la direttiva sarà recepita da tutti gli Stati dell’Unione Europea (si presume nel corso del 2024) parole come “greenwashing”, “obsolescenza programmata” e altri vocaboli parecchio negativi saranno solo un brutto ricordo del passato recente…

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